GIANO BIFRONTE UNA SCULTURA PER SUBBIANO
Un’opera d’arte alle porte di Subbiano che lega la storia e la tradizione del passato, ad una nuova visione del futuro. Sarà un imponente Giano Bifronte, simbolo di Subbiano, a dare il benvenuto alle porte di Arezzo, nella rotatoria verso Arezzo, e sarà realizzato dal noto scultore e pittore il Maestro Alessandro Marrone con la solidarietà di tutti gli abitanti che vorranno apporre il nome in questa bellissima opera scultorea.
A lanciare questa bellissima iniziativa che unisce l’amore per l’arte a quella per la propria terra, è l’Associazione Culturale “La Cornucopia” di Subbiano che richiama tutti i cittadini a questa campagna di raccolta fondi che consentirà a tutti di lasciare il proprio nome sull’opera stessa a futura memoria e per la fruizione libera di un’opera d’arte che si preannuncia davvero interessante.
Come hanno spiegato Lia Rubechi e Federico Mazzoni dell’Associazione culturale: “Abbiamo proposto questo progetto all’amministrazione perché, ad eccezione dei monumenti istituzionali, Subbiano non ha un’opera d’arte di spessore che lo rappresenti e che possa essere fruita da tutti i cittadini e dia il benvenuto anche a coloro che arrivano nel comune. Il giovane e il vecchio, il presente e il futuro, la fine e l’inizio, significati del Giano che ci sembrava importante condividere e poter rappresentare in un opera importante”.
Il Maestro Alessandro Marrone che realizzerà a breve l’opera la racconta così: “Il Giano avrà un’altezza di circa 4 metri e due metri di superficie di base. Sarà realizzata in resine che rendono il tutto molto resistente nel tempo, oltre a non necessitare di una manutenzione eccessiva. Tutti coloro che parteciperanno avranno il loro nome inciso, come dire che l’amore dei cittadini farà parte dell’opera stessa, nomi che significano passato e futuro di Subbiano che faranno un tutt’uno con il Giano. In pochi mesi l’opera sarà pronta ma i passaggi intermedi verranno resi noti a tutti e tutti li potranno vedere tramite il mio sito internet.
alcuni cenni su Giano :
Giano, Dio Bifronte e….
I Romani chiudevano l’anno con i Saturnali, le feste in onore del dio Saturno, e festeggiavano l’inizio del nuovo, il 1°gennaio, con le celebrazioni in onore del dio romano Giano, da cui trae origine il nome del mese di Gennaio.
Fu il calendario giuliano, ovvero il calendario promulgato da Giulio Cesare nella sua qualità di pontefice massimo nel 46 a.C., a fissare l’inizio dell’anno il 1° gennaio, mentre prima era il 1° marzo.Il dio Giano, che non trova riscontro in altre mitologie, fu tipicamente italico e latino. Il termine Janus evoca la porta, in latino ianua, sia quella della casa privata sia quella delle vie della città. Giano è considerato dio dell’apertura e dell’inizio, cioè del principio di ogni azione: non era infatti possibile intraprendere nessuna impresa militare, commercio o lavoro artigianale e nessuna cerimonia, pubblica o privata, senza essersi propiziati il suo favore, per poter essere condotta a termine con soddisfazione. Per questo, la prima preghiera in ogni simile occasione era sempre rivolta a Giano. Questo dio proteggeva anche il principio della vita, ovvero il concepimento; allo stesso modo si era convinti che presiedesse alla nascita del mondo e di tutte le creature. Fu dunque definito in tal senso Janus Pater, padre di tutti gli uomini, di tutta la Natura e dell’Universo. Proprio perché divinità degli inizi, a Giano era sacro il primo mese dell’anno, Ianuarius, Gennaio, e la festa del dio cadeva appunto il primo giorno dell’anno.
A questa divinità, i sacerdoti offrivano farro e focaccia per propiziare i raccolti del nuovo anno. Quello stesso giorno i Romani usavano far visita agli amici, scambiarsi doni, fare offerte di focacce e di incenso al dio dell’inizio.
Di Giano si diceva che fosse stato il primo re del Lazio, prima ancora dell’arrivo di Saturno (il greco Crono); questi sarebbe stato ospitato proprio da Giano dopo essere stato detronizzato dal figlio Giove (il greco Zeus). Per l’ospitalità ricevuta, Giano ricevette dal dio Saturno il dono di vedere sia il passato sia il futuro, all’origine della sua rappresentazione bifronte.
Dimora del dio Giano era il colle del Gianicolo, che in latino significa appunto “luogo abitato da Giano”. Da qui il dio avrebbe regnato sui primitivi abitanti del Lazio insegnando loro l’agricoltura, i costumi del vivere civile e il rispetto della legge.
Poiché era il dio addetto alla sorveglianza della porta (sia quella della casa privata che quella delle vie della città), da cui si entra e si esce, veniva rappresentato con due volti, da cui l’appellativo di Giano bifronte: con una faccia guardava verso l’entrata e con l’altra l’uscita, l’inizio e la fine.
Il tempio a lui dedicato nel Foro Romano rimaneva aperto in occasione di imprese militari e belliche, ma sbarrato solennemente in tempo di pace. Quindi di Giano veniva esaltato anche il ruolo di custode della pace.
I NOMI DI COLORO CHE HANNO CONTRIBUITO
Galleria foto: GIANO BIFRONTE UNA SCULTURA PER SUBBIANO
La galleria di immagini è vuota.
Contatti
Arezzo
52100 +39 335314758
info@alessandromarrone.it